LA STORIA

LA STORIA

Per ritrovare le origini della Base Scout Rifugio Valcinghiana, occorre tornare indietro nel tempo, ai mitici anni ’70 del secolo scorso. Anni di grande fermento, di speranze e di entusiasmi.

A Formigine fino ad allora non c’era mai stato un gruppo scout locale.
Però alcuni ragazzi del paese, erano già stati conquistati dalla grande avventura degli esploratori ed avevano partecipato già da metà degli anni ’60 alle attività scout presso il gruppo Modena 1. Erano in diversi di Formigine: Gigi Manni, Roberto Rebottini, Franco Monari, Sandro Gibellini, Adriano Ferrari, Alfonsino Vecchi e molti altri che costituirono la famosissima squadriglia “libera” delle AQUILE di Formigine. Erano talmente forti che vinsero il campo estivo di reparto meritandosi l’ammirazione ed il rispetto dovuto agli esploratori esperti.

Intorno al 1970 vennero chiamati dal Capo Scout Sergio Tassinari, recentemente trasferitosi in paese, per far partire il gruppo di Formigine.
Alla partenza aderirono anche alcune ragazze che si impegnarono da subito con entusiasmo.
Così nacque il Gruppo Scout Formigine 1, con il primo censimento del 1971, iscritti oltre a Sergio Tassinari, Don Carlo Maestri, Aurora Fornaciari, la prima AKELA di Formigine, Patrizia Pollastri, M. Teresa. Stornelli.

Da lì a poco iniziò anche la mitica storia della Base Scout a Frassineti di Pavullo.
In tale amena località dell’appennino, caratterizzata da un grande bosco ed una splendita natura, si andava spesso in uscita in quei primi anni di attività scout.
Infatti proprio di Frassineti è originario Don Carlo Maestri, amatissimo primo Assistente Ecclesiastico del nostro gruppo.
Aveva una bellissima casa in sasso, quadrata proprio all’inizio della frazioncina delle Serre. Quando si passava da casa sua, era sempre affascinate vedere la cura del grande focolare di casa con alcuni ciocchi di legna che facevano un piccolo caldo fuoco familiare.
Suo padre poi era un espertissimo intagliatore di mobili ed oggetti in miniatura di legno.
Li faceva con l’OPI, l’acero campestre che dominava davanti a casa.
Era sempre grandioso vederlo all’opera e mostrarci orgoglioso le ultime creazioni.
Intorno c’erano le altre case con ancora le stalle piene di mucche da latte, il profumo dei camini, e la polenta sul fuoco.
Inoltre sempre a Frassineti, c’era già la casa di montagna di Bepi il padre di Lucio Cuoghi, e in quei primi tempi veniva spesso invasa dagli scout diventando una sorta di sede distaccata.

Fu Don Carlo che un bel giorno del 1974 ci disse, così buttandola lì con noncuranza: “Vendono una casa nel bosco con un bel terreno proprio sopra alle Serre”.
Non ci voleva altro per scatenare le fantasie e le energie di quel manipolo di idealisti ed incoscienti che formavano allora il primo nucleo del gruppo scout di Formigine. Trascinarono nell’avventura molti genitori, conoscenti ed amici.
Ormai l’idea aveva coinvolto tutti: “Dovevamo comperare la nostra Base Scout”.
Si cominciarono a fare mille attività per raccogliere fondi. Iniziarono da lì le bancarelle, i primi Babbo Natale con le barbe di cotone, le calze della Befana (quante ne abbiamo cucite e riempite con le caramelle di “Chicat”), le cene, le vendite di torte, nocino, aceto, frutta ?.. di tutto e di più.

Finalmente in data 06.01.1975 festa della Epifania, si arrivò a fare il compromesso con la proprietà, con firme di Sergio Tassinari, Angela Zucchi, Roberto Rebottini, Germana Romani.

Grazie anche alla generosità di molti genitori che prestarono soldi, anche a fondo perduto in molti casi, si riuscirono a pagare le tre rate previste alle scadenze prefissate.
Ci eravamo indebitati per anni ma ormai era fatta.

E invece? aimhè iniziò un periodo molto confuso che in alcuni momenti portò a vero sconforto ed alla sensazione che tutto ormai era perduto. Infatti una signora (“la vecchia” era stata denominata) che aveva una proprietà confinante con la base, dichiarò di voler esercitare il proprio diritto di prelazione, e quindi di acquistare lei il fondo. Ci cadde il mondo addosso, il ns. sogno ci sfuggiva proprio sul più bello.
Dopo molti mesi di traversie, incontri, ecc, si capì che forse la vecchia non era veramente interessata alla proprietà del vicino, ma per antichi rancori voleva solo fargli un torto.
Quando per le vie legali si concluse la vicenda era già passato un lungo anno, ma ormai finalmente superati tutti gli ostacoli si riuscì a vincere la ns. battaglia.

In data 30 maggio 1976 venne firmato l’atto di costituzione della Società Cooperativa Valcinghiana che assumeva la proprietà del fondo.
I soci fondatori sono: Cuoghi Lucio, Cuoghi Edmondo, Fornaciari Aurora, Fornaciari Massimo, Mesini Massimo, Rebottini Giuliana, Rebottini Roberto, Tassinari Sergio.
Il primo Consiglio di amministrazione è composto da Sergio, Giuliana, Massimo Fornaciari.
Il collegio sindacale da: Massimo Mesini, Paola Carlini, Lucio Cuoghi , Paolo Bigliardi, Edmondo Cuoghi.

Era l’ 8 GIUGNO 1976 e si arrivò alla firma del rogito che sancì definitivamente l’acquisto della Base che rimarrà per sempre un bene prezioso del Gruppo Scout Formigine 1 ed un gran valore per tutti gli Scout.

La BASE SCOUT RIFUGIO VALCINGHIANA era una realtà !!!

Ci vollero diversi anni per poter pagare i debiti e per molto tempo la struttura rimase così come era stata acquistata.
Gli scout più grandi ricordano sicuramente come si presentava quando arrivammo. Al piano terra c’erano la legnaia e lo stallino del somarino.
Nella stanza del camino, l’unica riscaldata, sotto la finestra c’era una pietra modellata che faceva da lavandino (lo scolo è ancora visibile all’esterno della finestra). A fianco sopra un trabiccolo c’era un vecchio fornello a tre fuochi, ma più che sufficiente per cucinare le famose polentate con salsiccia che in quegli anni erano apprezzatissime nelle lunghe serate d’inverno.
Non c’erano bagni, al loro posto c’era un’antico vecchio forno a legna per il pane.
Per i bisogni si andava nel bosco, anche di sera e con la neve.
Si dormiva sui pavimenti di legno e ci si lavava nell’elbi che ancora c’è all’esterno.
L’attività più impegnativa in quegli anni era tenere sotto controllo le liane infestanti che coprivano tutti gli anni i piccoli abeti che aveva appena piantato la forestale (sì quei grandi alberi che sono sotto casa e sopra all’arena erano alti a mala pena mezzo metro).

Purtroppo per un periodo si scatenò contro la casa una serie di atti vandalici inspiegabili. Ne fecero le spese proprio il forno a legna di cui venne sfondata la volta, venne rotta la porta ed altri infissi, distrutte le grondaie.
Come iniziarono fortunatamente finirono e dopo si stette in pace.

La demolizione del forno e del sottostante ciusetto del maiale (impresa epica di una famosa estate del clan) consentì la realizzazione dei bagni ora esistenti.
Ci sono foto a documentare di valenti scout con carriole e badili che scavano la fossa biologica o attaccano piastrelle rosa.
Come è ben visibile i materiali furono in gran parte donati.
Dei sanitari non ce n’è uno eguale all’altro, essendo recuperati da vari fondi di magazzino, anticipando una tendenza tanto moderna che deve ancora decollare.
I lavori successivi si concentrarono sull’ex fienile, un gran bella stanzona, ma molto polverosa e lateralmente chiusa solo dal tipico vespaio di areazione del fieno.
Messi insieme un altro po’ di fondi con la donazione di una famiglia benefattrice partirono i restauri.
Un genitore ci regalò 4 serramenti di recupero e in quel caso facemmo le finestre in base agli infissi e non il contrario.

Alcuni anni più tardi uscì il condono.
Il geometra ci disse che dovevamo accatastare tutto perché in pratica erano registrati solo dei ruderi.
Che pena!!! non vi dico, dover pagare un fottio per mettersi in regola, misure e cartografie, ecc, si spese quasi come ricomprarla.
I restauri restarono per un altro bel tot di nuovo fermi.

Ma un altro grande guaio si stava profilando sempre più all’orizzonte.
La sorgente che dava acqua alla casa si riduceva sempre più. A nulla valse pulirla fin nelle profondità della terra.
Per aumentare le riserve idriche tali da dissetare almeno una unità in uscita si inserì un nuovo deposito da 1 mc. Si dovette scavare non poco per interrarlo e per rifare i collegamenti.
Poi se ne inserì un secondo al tempo in cui il mitico Giannino decise di sposarsi su.
Durò pochi anni e la sorgente si secco completamente.

La Base Scout senza acqua subì una fase di pericoloso declino.
Non valeva la pena spenderci altre energie se non si trovava una soluzione.
Si fecero domande su domande, si cerco di portare su un tubo dalle Serre, o dal versante di Polinago.
Tutto inutile.
Forse per una benedizione del cielo a premiare almeno la tenacia, alla fine si riuscì ad avere l’acqua dell’acquedotto pubblico.
C’era solo un piccolo problema l’utenza ci veniva data dal deposito sopra a Ponte del Diavolo.
Grazie alla perizia di svincolo (della geologa Giuliana Rebottini) ed alla donazione che ci fece Don Paolo e la parrocchia, nel 1998, si fece lo scavo di oltre 3000 metri e si pose in opera il tubo che consentì alla Base di rinascere a nuova e spendida vita.

Le opere successive furono tante e tumultuose.

La sistemazione della nuova cucina e della adiacente dispensa, ad opera del MASCI che per diversi anni si dedicò con foga ai restauri.
I tetti delle due case con rifacimento delle gronde.
I letti derivarono dallo smobilizzo della casa della parrocchia di Castellaro (mors tua vita mea dicevano saggiamente i latini).
La stalla fu svuotata, ripulita, intonacata e divenne un capiente dormitorio.

Rimaneva però ancora un grandissimo problema.
Purtroppo la Base scout era intestata ad una Cooperativa, che essendo un’impresa, era soggetta e molti obblighi ed oneri anche molto costosi.
I costi per libri sociali, partita Iva, contabilità e bilanci stavno dissanguando il Gruppo che doveva dedicarsi con sempre più energie a pagare costi burocratici sempre più esosi e del tutto estranei alla attività vera della Base.
Commercialisti e notai si scervellarono per anni, ma invano.
Uscirne era un bagno di sangue: avremmo dovuto vendere la casa per smettere di pagare contabilità, libri soci, prebende e gabelle di ogni sorta.
Anche qui la Provvidenza pensò a noi ed un bell’anno nelle pieghe di una finanziaria che doveva forse curare ben più grandi guai, riuscimmo ad infilarci per un “comma”, che il validissimo commercialista del sempre benemerito Maurizio Toni ci aiutò a scovare .

Nell’anno del Signore 2006 addì 11 del mese di Ottobre, muore la cooperativa e sorge la ASSOCIAZIONE SCOUT VALCINGHIANA associazione di promozione sociale avente come scopo lo sviluppo del metodo educativo Scout.
A firmare c’erano: Paolo Bigliardi, Giuliana Rebottini, Lucio Cuoghi, Marina Gambari, Mario Rossi, Enrico Malaguti, Gianluca Cuoghi, Sergio Tassinari, Marco Rebottini.

Il resto non è più storia ma cronaca recente ormai sotto gli occhi di tutti.

Buona Strada
e
Buona permanenza alla Base Scout

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